E Thalia, una delle loro belle figlie. Grazie Professore

Purtroppo, il teatro oggi è un’arte clandestina, ignorata dal pubblico e dalla politica, proprio perché “pericolosa”, un’arte incendiaria, come insegnano i maestri Artaud e Majakovskij.   

Non esiste un teatro che non sia politico, tutto il vero teatro dalle origini è politico, nella sua sostanza, nel midollo della sua radice originaria. E l’Italia è la patria di molti maestri di teatro, ultimo ma non per importanza Dario Fo, Premio Nobel.

 

Eppure il teatro non è letteratura, come i non addetti ai lavori si ostinano spocchiosamente a considerarlo. Del resto, per i greci, che lo hanno inventato come rito collettivo di e per la città, le sette arti sono sorelle, tutte figlie di Zeus e Mnemosyne, e Thalia, una delle loro belle figlie.

Il teatro ha una specificità propria che non può essere ridotta a nessuna altra arte, come del resto sa molto bene chi assiste con partecipazione vigile ad uno spettacolo di teatro. Il teatro ha molto più a che fare oggi, come un tempo in Grecia, con una funzione liturgica, con un rito magico o con una partita di calcio, come ci hanno spiegato i maestri del’900, e tra loro, soprattutto nella nostra Pavia, il “Professore”.

Ieri è morto Sisto dalla Palma, per anni docente e professore emerito di storia del teatro moderno e contemporaneo all’Università degli Studi di Pavia e all’Università Cattolica di Milano, una delle più illustri figure della cultura teatrale milanese e italiana. A lui, il Professore per tutti, dobbiamo questo tributo, un sincero ringraziamento per essere stato l’anima teatrale del CRT di Milano e l’unico vero organizzatore culturale del teatro di ricerca dagli anni ‘70 ad oggi. A lui dobbiamo moltissimo, prime tra tutti le scoperte di Kantor  e Grotowski e il loro arrivo in Italia. Alla sua tenace volontà dobbiamo l’arrivo a Milano degli spettacoli più interessanti (ormai nel mito) del panorama internazionale di ricerca teatrale. A lui riconosciamo l’impegno etico e civile, la statura culturale ed il genio di un esploratore e l’intuizione vincente di uno scopritore di talenti (ultima Emma Dante). A lui dobbiamo le lucide analisi e gli scritti teorici sul teatro. A lui dobbiamo l’entusiasmo e  la serietà che ha entusiasmato e formato generazioni di studenti e che è riuscito a comunicare ai suoi collaboratori, che da oggi speriamo accolgano il suo testimone. A lui dobbiamo la nascita del teatro sociale in Italia. Come operatrice di teatro sociale e appassionata cultrice del teatro voglio dunque ringraziare il Professore, perché tutto quello che ci ha donato con la caparbietà e l’autorevolezza di un Grande Vecchio ci ha reso uomini e donne di teatro e di studio più ricche e, in una parola,  persone migliori.

Marta Miola, operatrice di teatro sociale.

4 gennaio 2011