Donna di Vera Fede

Clizia, è la tua sorte, tu
che il non mutato amor mutata serbi
E. Montale
                                                                                 
I raggi ormai obliqui del sole allungavano le ombre dalle finestre di settembre, il pomeriggio del concorso nella stanza la luce filtrava di taglio, le foglie del giardino si preparavano ad una festa di colori caldi.
Gentili ragazze di buona volontà mi introdussero nella stanza del rettorato; quasi come una premonizione, il primo esame-incontro si svolse lì.
Il profilo della donna magra era austero, l’espressione del volto severa, il contegno serio di bellezza lombarda. Le labbra sottili, serrate, disegnavano una linea diritta, appena morbida alle estremità della bocca.
Sospirai. Lei sorrise impercettibilmente, quasi a stabilire un contatto, di un sorriso brevissimo, ma accogliente. Allora non lo sapevamo ovviamente, ma circa tre anni dopo, dall’alto dei miei “bolli”, le restituii quel sorriso. L’aspetto sereno del volto era reso inquieto dalla vivacità dello sguardo aperto, dagli occhi intelligenti, attenti, disponibili. Il colloquio cominciò, e mi chiese Montale. 
La premonizione si avverò la sera in cui la professoressa entrò nelle nostre vite di giovani studiose dalla porta della “sala tv” e ci conquistò saltando i preamboli, rivolgendo a noi “bollate” uno sguardo diretto. Ci conquistò subito, col piglio autorevole e la tenerezza, che sempre conquista.
Si presentò con serietà ed autoironia, tradendo ogni tanto l’emozione con un gesto consueto, un raro vezzo che si concede solo nei momenti di tensione.
Chi la conosce sa che talvolta, soprattutto nelle pubbliche occasioni, gingilla gli anelli all’anulare sinistro, giacchè, come dice il filosofo, una venuzza da qui porta il sangue dritto al cuore.
È lì la sua forza, nella fede, lì l’amore e il coraggio. Lei è la madre di Cecilia. Immagino che un giorno, facendo lo stesso gesto di passione, abbia detto: “ Sì” all’impegno che ricopre con virtù e onore da dieci anni. Immagino lo abbia detto come solo alcune donne sanno dire: “Sì” alla vita, ogni giorno, con fierezza e timore.
– Presente! Sempre.
Guida morale autorevole per tutte noi che, nel corso degli anni, abbiamo lavorato, collaborato e vissuto con lei, con serietà e passione.
E lei sempre ci accoglie con un sorriso di Vera Fede.
Allora non lo sapevamo, ovviamente, ma quel pomeriggio di settembre fu il primo di molti successivi incontri, letterari e non, tra le mura del nostro amato collegio.
 
Marta Miola, 23 Gennaio 2011